Archivio|Approfondimenti|Ospedale Kasindo
Un progetto importante e molto delicato per l’ampiezza, la complessità e la portata dell'impatto sociale e medico-sanitario: “Kasindo”.
Si tratta di un programma articolato di interventi
finalizzati a ristrutturare e riqualificare all'interno di un centro ospedaliero, posto
nel bacino di utenza di Sarajevo, con un’ampiezza territoriale di copertura
molto vasta, un intero blocco immobiliare con la trasformazione della sua funzionalità e secondo gli standard qualitativi e di efficienza europe.
Un progetto nato sotto l'aspetto medico che è presto diventato un complesso progetto di ccoperazione internazionale.
Situato ai limiti amministrativi del Kantone di
Sarajevo, si trova vicino all’aeroporto internazionale Butmir (l’unico della Bosnia)
e costeggia il confine della Bosnia e della Repubblica Serba all’interno della
federazione geopolitica della Bosnia (BiH – Bosnia e Herzegovina e Repubblica
Serba).
Nato verso gli inizi degli anni ’90 come centro
per la cure delle malattie e affezioni respiratorie, dopo la Guerra Civile della
prima metà degli anni ’90, la struttura è stata utilizzata come centro
ospedaliero generico per soddisfare il crescente bisogno di cure e assistenza
della popolazione, vittima della Guerra e con crescenti disturbi da curare (e
prevenire…).
La
struttura immobiliare è vecchia di suo e sicuramente i bombardamenti hanno reso
ancora più danneggiati e tracurati gli edifici e la struttura.
Nel corso degli anni, grazie a contributi –
modesti – pubblici e donazioni di privati, la Direzione del centro è
riuscita a porre in sicurezza i reparti più importanti e attivi del centro e
ristrutturare alcune piccole palazzine. Ma ciò non bastava perché tuttora il
centro si presentava in condizioni al di sotto dello standard CE che un centro
del genere, per il bacino di utenza e l’affluenza, avrebbe dovuto possedere.
La
struttura principale occupa più immobili adiacenti, ma spesso non collegati fra
di loro all’interno, e dunque non raggiungibili i reparti, se non dall’esterno.
La prima
richiesta di intervento, datata 2006, prevedeva il supporto nella costruzione
di un unico plesso posto al centro dell’area verde, all’interno del perimetro
da adibire a reparto natale, ovvero attivare al suo interno il reparto di
neonatologia, ginecologia, pediatria, sale parto e reparti di degenza con
idonei spazi per visite specialistiche extra ricovero. Il tutto con fornitura
di apparecchiatura nuova e attivazione di servizio di telemedicina.
Le
condizioni di partenza non giocavano a favore, complice la vicinanza con la
fine dei bombardamenti (massimo degrado) e l’inaspettata crescita delle
patologie e dei casi di malattia, richiedevano urgenti interventi, con
necessità di risorse importanti. I contatti con la pubblica amministrazione
locale erano appena stati avviati e un progetto del genere avrebbe richiesto
uno studio e un approvvigionamento di risorse significative da poter compiere
in pochi mesi.
L’Associazione si è comunque impegnata per
proporre un intervento, attraverso un programma che potesse rendere efficace,
duraturo nel tempo, sostenibile e concreta la risoluzione dei bisogni di cure
mediche per la popolazione locale.
Purtroppo, la crisi economica e finanziaria non ha
risparmiato neanche il terzo settore, e pertanto anche l’Associazione ha dovuto
fare fronte a difficoltà operative prima di poter arrivare a disporre delle
risorse necessarie ad iniziare e garantire la chiusura di interventi concreti.
Un lascito ha permesso all’Associazione di dotarsi di patrimonio, affinché
potesse contare sulle proprie forze per intervenire; ma nel corso degli anni le
difficoltà nel monetizzare delle attività immobiliari hanno purtroppo
procrastinato l’azione.
I mezzi
privati dei soci e dei volontari hanno sempre permesso di coprire tutti i costi
(non indifferenti) di natura fiscale, e permettere nel contempo all’Associazione
di portare a termine interventi e programmi di minor impegno finanziario,
sempre con l’obiettivo di definire nel tempo il programma a favore
dell’ospedale e della popolazione della Bosnia.
Nel frattempo il centro riesce a migliorare le
condizioni del reparto di ginecologia, grazie a piccoli interventi e donazioni
private ma, verso fine del 2012, il degrado, abbinato al maltempo (che ha fatto
crollare e rendere inagibile un intero plesso immobiliare) assieme al peggioramento
delle condizioni di salute hanno aperto un’altra voragine nel sistema sanitario
locale. Prevenzione e necessità di tempestivi interventi non riescono più ad
essere soddisfatti dalla normale (per così dire) operatività del reparto. Le
maggiori difficoltà travolgono il reparto di neurologia con parecchi casi
ingestibili.
Lo avevamo promesso e con rapida flessibilità e concentrazione si decide di correggere il programma iniziale a favore del
reparto di ginecologia/pediatria e neonatologia, nell’interesse della
neurologia che sta creando maggiori problemi di salute e sociali nella
popolazione.
Ad aprile 2013 finalmente è tutto pronto e il
progetto parte definendosi in diversi programmi autonomi per la indipendenza
finanziaria ma, progressivi, per la priorità e logistica.
Si inizia con la ristrutturazione edile del reparto di neurologia
che richiede molto impegno e lavoro per la complessità dei lavori da portare a
termine, per riportare agibile e funzionale l’immobile.
Si passa poi alla riqualificazione della degenza e, per finire, alla riqualificazione medico-strumentale.
Il tutto con il coordinamento di imprese e personale locale; infissi italiani; letti di degenza italiani; apparecchiature medico-sanitarie tedesche e la supervisione qualitativa italo-bosniaca.
Qui di seguito si riportano dei link per la visualizzazione di alcuni servizi e interviste sulle reti televisive bosniache. Purtroppo non si disponeva del file matrice e, all'epoca, non è stato possibile recuperare file in alta qualità.
4) intervista